Tutto cominciò quando il Duca Guglielmo IV di Baviera emanò il cosiddetto Reinheitsgebot (editto della purezza): prima, nel 1485, per la città di Monaco e dopo, nel 1516, per tutta la Baviera. L'intenzione era di regolamentare l'industria della birra.
La spinta a questa regolamentazione venne da una grande preoccupazione: i cattivi raccolti del grano avevano avuto come conseguenza anche un incontrollato aumento del prezzo della birra. La birra era un alimento importante per la popolazione della Baviera e il principe voleva garantire per tutti una bevanda dal costo accessibile.
Un'altra causa della preoccupazione era la paura non soltanto per le malattie, ma anche per il pericolo di avvelenamento per alimenti alterati. Ma al di là degli scandali e delle frodi, c'era anche un problema insito nella birra stessa: il risultato della fermentazione naturale del malto di per sé non aveva un gusto molto gradevole, essendo abbastanza insipido.
Da tanto tempo, quindi, si sperimentavano altri ingredienti oltre l'acqua e l'orzo per dare alla birra un sapore migliore. A tal fine si erano utilizzate sostanze di ogni genere, come ad esempio erbe, radici, funghi; persino sostanze organiche come il sangue di bue... Per quanto il luppolo fosse già conosciuto da tanto tempo come conservante naturale e come sostanza per aromatizzare la bevanda, c'erano tanti birrai che cercavano di migliorarne il gusto con altre sostanze - spesso pericolose per la salute. L'intenzione del principe bavarese fu quella di impedire questi abusi.
Un terzo motivo per l'emanazione dell'editto del 1485 ha un sapore moderno: il Principe volle condizionare i produttori di birra a livello economico, concedendo il privilegio come una prerogativa speciale. Sotto la prospettiva moderna del "marketing", si può dire che la birra bavarese diventò così un "marchio di qualità". Il primo risultato di questa politica economica dei principi bavaresi fu che i produttori di birra guadagnarono un prestigio sociale molto alto.